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L’accettazione della compresenza degli opposti è la forma più difficile di coraggio. Così raccontare diventa un atto di coraggio quando non si preoccupa di separare gli estremi attribuendoli a individui differenti, ma scovandoli nella stessa persona. Cogliendo cioè la qualità umana trasversale: la natura di essere tutto e il contrario di tutto. L’io narrante di Donnaregina (Mondadori), ultimo romanzo di Teresa Ciabatti che mette in scena una scrittrice di mezza età dalla vita ordinaria, e un superboss mafioso, si trasforma in un confronto tra due mondi lontanissimi, rivelando aspetti inattesi. Il superboss descritto dai giornali come sanguinario, è anche generoso, sentimentale, padre straordinario, e la scrittrice ha istanti di ferocia. Attraverso il riconoscimento di appartenenza allo stesso genere definiamo l’umanità. Perché “ognuno è l’altro e nessuno è sé stesso” (Heidegger). Colpa, condanna, privilegio.
Teresa Ciabatti è nata e cresciuta a Orbetello. Tra i suoi romanzi: La più amata (Mondadori), finalista Premio Strega 2017, Sembrava bellezza (Mondadori), Donnaregina (Mondadori). Collabora con Il Corriere della Sera – La Lettura e 7.
Sandro Veronesi è laureato in architettura ed è uno italiano. Ha vinto due edizioni del Premio Strega (con Caos calmo nel 2006 e con Il colibrì nel 2019). Ha collaborato con numerosi quotidiani e riviste letterarie, attualmente collabora con il Corriere della Sera. Dall’ottobre 2020 è membro del Comitato per il Diritto al Soccorso.